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Lezione 1
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Domande al docente
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1B Teoria di Laboratorio: Piante Fresche e Spontanee.
La prima cosa che il dottor Angelini insegnava a chi si rivolgeva a lui per
apprendere la tecnica di laboratorio è che la pianta venga lavorata quando è
ancora fresca, questo è molto semplice per noi da capire perché sappiamo che
in Alchimia si vuole andare a estrarre (cioè a tirar fuori) quello che c'è di
sottile nell'energia vitale di un individuo e non solo semplicemente la forma
ma proprio la sua forza vitale. Le sue "virtù" terapeutiche. Questa forza vitale
dopo due ore comincia a scomparire.
Entro due ora dalla raccolta, la pianta, che sia una tintura o un oleolita,
va messa subito in lavorazione. Vediamo poi che in alcuni casi (vedi il n° 51 di
Kemi Hathor) il dottore si contraddice e consiglia di aspettare una giornata tra la
raccolta di vegetali particolarmente umidi che si vogliano preparare in olio e la
loro messa in opera. Lasciando la pianta in ombra per alcune ore in luogo ventilato e
rigirandola frequentemente si ottiene che la rugiada presente sulla pianta al momento
della raccolta cristallizzi sulla pianta stessa per poi passare come segnale di frequenza
o onda di forma all'olio. Naturalmente l'operazione di raccolta avverrà nel giorno
e nell'ora dedicati all'archetipo mentre la messa in opera avverrà il giorno
successivo sia pure nella ora dell'archetipo del giorno della raccolta. Vedremo che
in questo caso il calcolo è di poco più complesso.
Verrà da domandarsi perché usare la pianta spontanea e non quella
coltivata con i migliori metodi (ad esempio biodinamici, secondo l'insegnamento del
Maestro R. Steiner) o selezionata per contenere il massimo possibile di principi attivi?
La risposta è più che semplice: all'alchimista generalmente non
interessano i principi attivi ma gli archetipi che si manifestano con più
presenza dove e quando vogliono al di là della forma e della sostanza formale
che l'uomo può indurre secondo una qualsiasi tecnica.
Se la pianta sopravvive per i continui interventi dell'uomo non significa certo che
la divinità
gradisce manifestarsi in quel momento e in quel luogo.
Da una preparazione "non spagirica" si può ottenere un buon "prodotto
della terra" ma non un buon "prodotto del cielo".
Questo è fondamentale per l'alchimista. La pianta deve essere spontanea
o almeno naturalizzata.
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