Scuola di Medicina Spagirica
A cura del dipartimento Scientifico della Similia
2ª lezione del 1° anno
Teoria di Laboratorio
Docenti: Dr. Roberto Colautti; Marco Vittori; Fabio Patruno; Stefano Stefani




Indice della lezione


Lezione 1


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Indice delle tavole


Domande al docente

2 Preparazioni:
C Preparazione di Tinture ed Elixir.

Facendo l'oleolito non abbiamo separato la pianta in più parti. Abbiamo raccolto la pianta, l'abbiamo messa nel vaso, abbiamo versato sopra l'olio e abbiamo iniziato la lavorazione con i Luminari della Natura. Siamo partiti da una cosa sola, da un'unità e poi abbiamo separato il solido dal liquido e li abbiamo ricongiunti di nuovo. In pratica tutte le operazioni che abbiamo fatto le abbiamo fatte con la pianta immediatamente in lavorazione appena raccolta e con la natura, il Sole e la Luna, ecc.
Alcuni sostengono che la tintura si fa macerando la pianta. Altri dicono che bisogna farla fermentare anche se si perdono alcuni principi amari.
Per affrontare debitamente il problema delle tinture bisognerà spiegare due tecniche fondamentali di trasformazione delle piante: la macerazione e la fermentazione.

La prima metodica (macerazione) non fa subire ai costituenti della pianta nessuna trasformazione. Viene estratto nella soluzione idroalcolica quello che c'è nella pianta di solubile in tale tipo di solvente, così come per l'olio dove si estraevano le parti liposolubili della pianta. In questo caso, se nella pianta non ci sono degli alcool non si formano. Questa è la metodica che Paracelso ha spiegato per le piante che devono per esempio curare il fegato con i principi amari, drenare, purgare, ecc. Queste piante di cui si usa la parte spessa, secondo lui, non andrebbero fatte fermentare.

La seconda metodica (fermentazione) permette, come appare nella letteratura alchemica in genere, di estrarre il Mercurio Filosofico.
La fermentazione di una pianta è possibile in varie maniere:

  1. con le metodiche descritte nella lezione di pratica di laboratorio si può ottenere una fermentazione con l'aggiunta di lieviti e/o zuccheri;
  2. si può aggiungere un tipo di frutto analogicamente affine alla pianta (la mela per l'iperico, le ciliegie per il ciliegio, le prugne per l'ortica, ecc.)
  3. se non si manca di osservare la legge della "massa critica" e del rapporto di umidità nel totale, se si aggiunge qualche accorgimento (come raccogliere la pianta ben bagnata di rugiada1 e lo spezzettamento sul vaso), ecc. la fermentazione avviene anche spontaneamente senza aggiungere alcunché.

Facendo fermentare la pianta i principi amari si trasformano, non ci sono più in quanto tali.
Quindi, quella pianta che era adatta per coadiuvare una situazione epatica, con questa elaborazione non agisce più così, perché ha sublimato le sue forze fisiche in forze meno materializzate. In questa sublimazione quella pianta potrebbe, per esempio, portare coraggio sul piano psichico (piano del Mercurio Filosofico). Oppure potrebbe aiutare ad essere più equilibrati nelle proprie scelte o espressioni. Potrebbe aiutare ad essere più "giusti" nei giudizi, ecc. Perché tutte queste sono le caratteristiche proprie di Giove (archetipo dominante), corrispondente come segnatura al fegato endocrino, mentre in quanto organo il fegato ha segnatura Sagittario come vedremo nella lezione sulle segnature (2° modulo) e di anatomia e fisiologia degli archetipi.
In questi casi (utilizzando solo il fermentato di una pianta) solo dopo aver ottenuto cambiamenti sul piano mentale si potrà gradualmente avere una risposta sul fegato.

L'Elixir è un tipo di preparazione particolare. Questa prevede che ogni vegetale sia fatto fermentare nella maniera più confacente per la produzione endogena di alcool. La pianta ancora fresca, quindi al massimo a due ore dalla raccolta va spezzettata con le mani (e questo vale anche per l'oleolito) e poi si pone in lavorazione. Questo alcool si forma per trasformazione delle cellulose e degli amidi, per disfacimento della forma materiale verso la massima disgregazione raggiungibile dalla materia e rappresentata dall'alcool.
Alcuni a questo punto distillano prima di utilizzare quest'alcool per la seconda parte del processo, alcuni calcinano il residuo secco subito e ricongiungono le ceneri per lasciar riposare dopo o senza distillazione, altri ancora fanno altrimenti, ecc.
In questo alcool viene a tempo debito condotta l'estrazione per macerazione di altra pianta raccolta fresca per l'estrazione dei principi in un ambiente (il solvente idroalcolico) del tutto particolare e affine alla pianta stessa. La fermentazione ha infatti prodotto l'alcool endogeno della pianta. La macerazione conterrà anche la linfa e anche questa subisce una sua purificazione.
Dopo aver esposto ai raggi solari e lunari è necessario un periodo di riposo di tre mesi.
Dopo tre mesi avviene la filtrazione e torchiatura. La parte liquida riposa e le due parti solide vengono calcinate con la stessa tecnica di prima. Chiaramente ci vuole meno tempo che con un oleolito per quanto torchiato.
Dopodiché con le dovute dinamizzazioni riunisco il liquido con il solido.
Anche questa volta vi sono varie tecniche con le quali si può agire:

  1. Naturalmente si può, come nell'oleolito, prendere la cenere e rimetterla nel liquido lasciando a riposo per tre mesi ecc.
  2. Un'altra possibilità è data dalla distillazione a ricaduta. Con una cucurbita (che ha una bocca assai più larga di un pallone da chimica) è possibile distillate (come si dice in gergo) a "fuoco di letame", cioè a una temperatura che non superi i 45°c. A tale temperatura l'alcool sublima senza passare per l'ebollizione. Prima di utilizzare la "Testa di Moro" per la distillazione si mette per un periodo il "Capitello". Mettendo i sali in sospensione con qualche accorgimento è possibile mantenendo la temperatura suddetta per molto tempo (mesi) ottenere la seguente dinamica: lentamente il liquido evapora per ricondensarsi sul capitello, finire nella gronda e ripiovere attraverso il beccuccio nella cucurbita; allo stato aereo attraversa le ceneri in sospensione, trascina con sé alcuni sali solubili e torna allo stato liquido ma mineralizzato e potenziato elettromagneticamente. In fondo è ciò che avviene con la pioggia. Tutti i contadini sapevano bene che la pioggia porta nuovo vigore ai campi coltivati come nessuna acqua di irrigazione può fare. Ora con questa tecnica la mineralizzazione è molto differente. Perché il liquido nel momento in cui entra in contatto con i sali ha un aspetto aereo e quindi è una forza che tende verso l'alto e non verso il basso: ricordiamoci che il simbolo dell'acqua è rappresentativo di una forza che tende verso il basso senza alcun freno e il simbolo dell'aria è rappresentativo di una forza che tende verso l'alto anche se con un certo limite (rappresentato questo dalla base del triangolo del fuoco). Prima di essere messe in sospensione, le ceneri, vengono triturate sempre secondo questo concetto di dinamizzare, cioè portare un movimento.
  3. Non pochi alchimisti usano e usavano il pellicano, un unico vaso che permette la "circolazione" per la sua forma.
  4. Naturalmente ci sono altre possibilità e, come diceva un saggio, "ci sono tante alchimie quanti alchimisti".
    Una volta ricongiunte tutte le parti, il prodotto deve sempre riposare tre mesi con il suo "caput mortum" costituito dai sali insolubili e da quelli che il liquido (per sua natura) non incorpora.

Vediamo ora che cosa contiene un oleolito e contemporaneamente che cosa contiene un Elixir.
In entrambi i prodotti, noi troviamo sempre i sali solubili della pianta2. Perché rientrano nel liquido e vanno a rimineralizzarlo e a donare il loro potere elettromagnetico. Naturalmente nell'oleolito vi sono i sali solubili in olio mentre nell'elixir vi sono quelli solubili in acqua e alcool. I sali solubili sono fuoco, che è il Cuore, il centro. Il fuoco di un cerchio è il centro del cerchio. Il fuoco di una figura è sempre dentro la figura.
La terra sono i sali insolubili. Questi non sono presenti nei prodotti commerciali. Generalmente si filtra e questo è più che doveroso. Però queste parti insolubili non sarebbero da scartare perché possono avere una loro importanza.
Poi abbiamo l'aria che sono gli zuccheri, le cellulose e molto altro che sono purificati attraverso la trasformazione in alcool. Nell'Elisir sono presenti in dose ponderale. Nell'oleolito sono presenti in dose omeopatica, cioè come per i sali.
La linfa, i principi amari, ecc. che rappresentano l'elemento acqua sono presenti in dose ponderale nell'Elisir mentre nell'Oleolito sono presenti in dose omeopatica, cioè come per i sali e per gli alcoli.
Poi troviamo gli oli essenziali che generalmente in un oleolito riescono ad ottenere una concentrazione maggiore che in un Elixir, ma rimangono sempre in un dosaggio minimo3.
Questo non è in dose ponderale che nella Quintessenza Spagirica di Paracelso.

La preparazione della quintessenza è descritta nella lezione di "pratica di laboratorio.

Ricapitolando:

 

Oleolito Elixir Quintessenza Elementi Principi  
Dose ponderale
(eliminata per filtrazione)
Dose ponderale
(eliminata per filtrazione)
Dose ponderale
(eliminata per lisciviazione)
Terra   Sali insolubili
Dose non ponderale
(liposolubili)
Non ponderale
(solubili in acqua e alcool)
Non ponderale
(solubili in olio essenziale e in alcool)
Fuoco Sale dei Filosofi Sali solubili
Dose non ponderale Dose ponderale Dose ponderale Aria Mercurio dei Filosofi Alcool
Dose non ponderale Dose ponderale Assente Acqua Mercurio Linfa e principi amari
Dose non ponderale Dose non ponderale Dose ponderale Quintessenza Solfo dei filosofi Oli essenziali

 

Si noterà che dalla forma che l'individuo vegetale aveva estraiamo l'essenza e le cambiamo forma, le diamo un nuovo corpo, non più solido ma liquido e capace di penetrazione attraverso gli altri corpi.





Note

1 Domanda: perché la rugiada? Un altro aspetto estremamente importante è la rugiada. Le piante con le quali si fanno le fermentazioni per fare le tinture, devono essere colte con la loro acqua, con la loro rugiada. Quindi all'alba. E che questa è la migliore acqua che queste piante possono avere per qualsiasi operazione si voglia fare. Dicevamo che per l'olio invece la rugiada (acqua) non deve essere presente. Se però si desidera l'energia della rugiada anche nell'olio si può raccogliere la pianta nelle prima ora e poi farla asciugare in un luogo ombreggiato e arieggiato per metterla in lavorazione nell'ottava ora con la cristallizzazione della rugiada asciugata. L'acqua contenuta nell'atmosfera si è condensata durante il freddo della notte molto lentamente. Ma molto più lentamente di quanto non faccia la pioggia. E ha quindi subito una dinamizzazione così lenta da risultare estremamente potente, efficace ed attiva. Inoltre si è formata proprio lì, in quel campo elettromagnetico proprio della pianta e quindi ne ha subito la stessa forma vibrazionale. Ecco perché la pianta va colta con la sua rugiada. Naturalmente raccogliere la rugiada di per sé può essere utile a molti scopi, per rivitalizzare una pianta secca, ecc. Naturalmente non sarà possibile restituire la linfa. O la mettiamo in lavorazione entro due ore, o la linfa se ne è andata. Torna al testo

2 Domanda: In che percentuale sono presenti questi sali? Nell'Elixir e nell'oleolita questi sali sono presenti, nella dose che la pianta accetta. Io non li aggiungo brutalmente. O li prende o non li prende. Non sono io a decidere che diluizione di sali darò. E la pianta che lo decide quanti accettarne e quindi manterrà sempre un rapporto stabile nonostante possa cambiare il quantitativo che assorbe. Quando io faccio l'Angelica quest'anno, facendola passare nei sali si rimineralizza fino ad un certo punto, poi non ne prende più. Ma se io vado avanti a separare i sali in acqua distillata vedo che ci sono altri sali solubili.Questo rapporto è un rapporto che noi potremmo definire infinitesimale, perché il quantitativo di sali che è contenuto nel liquido è bassissimo. Diciamo che è paragonabile ad una diluizione omeopatica. Il massimo che possiamo avere è 1 CH, 1%. Pochissime piante arrivano a questi quantitativi. Torna al testo

3 Negli ELIXIR EGIZI non vi è mai olio essenziale aggiunto, si utilizzano le percentuali che sono presenti in natura nella pianta stessa, senza potenziare l'azione di un aspetto particolare. Infatti per la concezione egizia non è certo il singolo elemento che agisce sull'individuo ma l'insieme delle forze messe in atto.Torna al testo



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