Indice della lezione Indice delle figure Pagina precedente Pagina successiva Domande al docente |
2b un approfondimento grazie a Jung, Zolla e Al KindiOra affrontiamo il concetto di Sincronicità, sul quale anche il dottor Caddeo si sofferma; va capito abbastanza bene altrimenti nascono molti dubbi. Jung dice questo: "Tutti gli avvenimenti della vita di un uomo, starebbero quindi tra loro in due diversissimi generi di connessione. Anzitutto la connessione oggettiva e causale del corso della natura. In secondo luogo una connessione soggettiva sussistente solo in rapporto all'individuo che vive tali avvenimenti e soggettiva quanto lo sono i suoi sogni. Il fatto che poi quelle due specie di connessioni esistano contemporaneamente e che lo stesso avvenimento in quanto termine di due catene assolutamente differenti pure si adatti con precisione ad entrambe, tanto che ogni volta il destino di un individuo si conforma al destino dell'altro, e ciascuno è l'eroe del proprio dramma pur interpretando nel tempo stesso come comparsa nel dramma di tutti gli altri, tutto ciò è indubbiamente qualcosa che supera ogni nostra facoltà di comprensione e può essere pensato come possibile solo per opera della più meravigliosa Armonia prestabilita."(Per Jung psichico vuol dire non fisico. Condizionata da qualcosa che è non-fisico e non è afferrato dai sensi.) Ha presentato la sincronicità come una relatività di spazio e tempo condizionata psichicamente. "Nella concezione originaria, cioè presso i primitivi, spazio e tempo sono cose quanto mai incerte. Sono diventati concetti stabili solo con il procedere delle evoluzioni e precisamente con l'introduzione della misurazione. Ma se spazio e tempo sono proprietà apparenti di corpi in movimento prodotti dalle necessità intellettive dell'osservatore e non qualità proprie dell'oggetto. La loro relativizzazione ad opera di una condizione psichica non è più in alcun caso un che di prodigioso, ma rientra nel caso del possibile." (Questa possibilità, secondo l'Alchimista, sorge quando la psiche osserva non già i corpi esterni, ma se stessa.) "Quando il problema è posto gli strati più profondi dell'inconscio, cioè le immagini primitive ne sono ridestate e si avvia automaticamente la trasformazione della personalità." (Stiamo parlando, in fondo, di alchimia.) "Io impiego dunque in questo contesto il concetto generale di Sincronicità nell'accezione speciale di coincidenza temporale di due o più eventi correlati da rapporto causale che hanno uno stesso o un analogo contenuto significativo. Quindi uso il termine sincronicità in opposizione al termine sincronismo, che rappresenta la semplice contemporaneità tra due eventi." (Ma in quanto esiste una forza o archetipo che li lega, un "contenuto significativo analogo".) Riprendendo un autore alchemico C. G. Jung dice ancora che "la psiche è un cerchio il cui centro è in ogni luogo e la cui circonferenza è da nessuna parte" (confronta C. G. Jung, "Psicologia e alchimia"; Boringhieri). Psiche deriva dal termine PSI che è anche una delle lettere dell'alfabeto greco (che come simbolo ricorda "l'uccello che vola"). Se consideriamo la Psiche un cerchio (vedi figura 1) dobbiamo immaginare un centro. Jung definisce il Sé come il centro della totalità della psiche e l'inconscio come la totalità della psiche. All'interno di questo cerchio vi è un cerchio più piccolo che definiamo con il termine "Coscienza". L'interazione tra questi due cerchi produce la "Personalità" e il centro del cerchio più piccolo è detto Ego. Se il cerchio più piccolo (che rappresenta la coscienza) ruota all'interno di quello più grande (secondo qualche "orbita"), entreranno nel campo della coscienza di volta in volta vari e diversi fenomeni appartenenti al mondo psichico (rappresentato dal cerchio più grande). Se il cerchio più piccolo si dovesse espandere in un punto periferico avverrebbe quell'uscita dal bordo che è visibile in figura 2. Se non si vuole un'inevitabile dispersione della coscienza è quindi necessario un processo di "centratura" che psicologicamente viene definito da Jung con il termine "Processo di individuazione" che conduce a un avvicinamento dell'Ego con il Se fino alla fissazione dell'ego al centro della psiche, vedi Figura 3: Questo processo dovrebbe condurre ad individuare il proprio Sé e quindi a ritrovare quell'equilibrio che è necessario per qualsiasi crescita individuale. Occupandoci delle cause occulte che portano in manifestazione i fenomeni, l'astrologia, come l'alchimia, si occupa quindi di forze o forme della forza (Una). Queste furono chiamate "dei" o "apostasi di Dio". Gli Egizi li chiamavano Neter, gli psicologi moderni li chiamano archetipi. Al Kindi che è un grandissimo astrologo e alchimista li chiamava "Raggi". Gli ermetisti li chiamano campi magnetici determinandone le frequenze. Sono comunque queste forme causali di energia. Abbiamo detto che non esiste nessuna realtà statica. Qualsiasi cosa ha un suo "movimento". Siccome alla base di qualsiasi osservazione esistono corpi in movimento, noi partendo da questo presupposto dobbiamo pensare lo spazio come un campo, una quantità che ha un suo movimento. Quindi una stanza in cui per esempio potremmo essere è uno spazio circoscritto che ha un suo magnetismo e in definitiva è un campo influenzato psichicamente. Vi è mai capitato? Tra amici o altro, magari vivendo nello stesso ambiente per un periodo, per esempio, che lavando i piatti, si pensi che ci sarebbe da fare un certo lavoro in giardino. Finito di lavare i piatti ci si stacca dal lavandino e anche da questo pensiero e si comincia a fare qualcosa d'altro. L'altra persona si avvicina al lavandino per bere e dice: "Non dovremmo fare questo lavoro in giardino?" Che cosa è successo? Semplicemente che mentre lavavo i piatti e pensavo a questa cosa, ho "magnetizzato" con il mio pensare quel luogo, quel campo, quello spazio-tempo. Siccome l'altra persona è entrata in quel campo ha percepito quella vibrazione e, non potendo vedere che si trattava di un'influenza esterna, ha creduto che fosse un suo pensiero. E' evidente che uno spazio-tempo, un campo, è influenzabile psichicamente ed è soprattutto influenzato comunque da energie psichiche. Pensate come è difficile stare in un posto e non lasciare il proprio magnetismo o psichismo, è praticamente impossibile. Questo perché noi abbiamo un'attività mentale ed emotiva, cellulare, ecc., e questa attività è un'energia che continua ad essere prodotta, un fuoco che brucia trasformando la massa in energia. L'omeopatia si fonda su questo principio di sublimazione della massa in energia disperdendo ad ogni potenza successiva via via sempre più la parte materiale del soluto nel solvente a vantaggio della parte energetica. Chiariamo che non c'è alcuno scontro tra queste due discipline (omeopatia e spagiria) e anzi vi è una potenziale perfetta integrazione, al punto che alcuni insinuano che lo stesso Hahnemann ricavò il suo sistema da un aspetto della Medicina Spagirica (quello vibrazionale). Questa disciplina dell'omeopatia è oggi decisamente scientifica (per quanto concerne la prescrizione nella conduzione medica odierna) ma si basa su quell'invocazione che l'Alchimista chiamerebbe "Invocazione Indotta". Nessuno pensa però che "Il Maestro" dell'Omeopatia non aveva "Materie Mediche" ne "Repertori" ma somministrava omeopatici con grande successo, fino a interessare molti altri individui al Metodo che creò in seguito. Che sistema usava "Il Maestro"? Non lo sapremo mai con certezza data la "reticenza" (più che giustificata) dell'autore. L'omeopatia, che è una terapia mirabilmente precisa e selettiva, si può definire un vero aspetto della applicazione della legge della simpatia1, della magia naturale. Vediamo cosa dice Al Kindi ricordando che Hahnemann conosceva l'arabo e poteva tranquillamente aver letto questi testi nelle biblioteche. "Infatti la condizione dell'Armonia Celeste è tale che poiché tutte le stelle sono di differente natura e perciò tutti i loro raggi sortiscono effetti discordanti, nel mondo degli elementi, accade che gli effetti radiali si aiutano a vicenda nei riguardi di una stessa materia, e si ostacolano in un'altra. E in ogni cosa che naturalmente è data dall'Armonia, vi è una stella predominante e similmente un segno che prevale sugli altri nell'opera e nel regime di questa cosa. Da questa condizione reciproca dei raggi sorge una tanto grande diversità nelle realtà di questo mondo che in nessun luogo si trovano due o più cose esistenti in atto con simili in tutti gli aspetti. (Se infatti prendiamo una quercia non troviamo sulla stessa due foglie identiche e questo perché lo stesso raggio o archetipo, la stessa frequenza, si manifesta in una realtà fisica in un modo sempre diverso e mai identico a sé stesso. Non esiste un attimo che sia identico all'altro come spiegò Gesù Cristo quando gli dissero: "Sei uscito dalle mura un'ora fa e adesso ritorni". Dato che ogni ora ha la sua condizione rispose: "c'è un'ora per uscire e un'ora per entrare". Ogni momento, ogni ciclo, è chiuso in sé nel presente secondo questa concezione alchemica, e qui siamo nelle basi dell'epistemologia dell'Alchimia. Teniamo conto che gli Arabi derivano direttamente dall'Egitto. AL KEMI, vuol dire Terra d'Egitto. Sebbene di questa diversità di tutte le cose in atto, il senso umano non sia sempre sufficiente ad afferrare la differenza. Quindi anche due cose che mi appaiono uguali, perché il mio senso umano non è raffinato per coglierne la differenza sono in atto diverse. Altrimenti non sarebbero due cose. Nell'universo non c'è spreco. Quando poi da una certa specie di materia, attraverso il moto prodotto in essa, attraverso il movimento (e quando parliamo di movimento in Al Kindi possiamo tradurre tout-court con Magnetismo) e troveremo le stesse frasi con la parola sostituita in magnetismo nella nostra tradizione Alchemica. è generata spesso una certa specie di realtà gli uomini parlano di generazione naturale, mentre quando da una specie di materia è generata una specie di cose contrariamente al solito si ritiene che questa generazione avvenga contro natura. In verità in entrambe opera la medesima Armonia Celeste, sia nel ciclo di generazione che di distruzione, che nei diversi luoghi e tempi agisce così variamente da indurre da ciò che è simile fenomeni ora simili ora dissimili. Si può dunque osservare che la teoria Spagirica fonda tutto sul simile e questo lo si può vedere e lo vedremo molto facilmente quando studieremo la lezione di erboristeria alchemica. Vedremo come come si sceglie la pianta che è simile al Neter da rinforzare in quel caso specifico. Non ci interessa viceversa una pianta perché possiede un determinato principio attivo che fa qualcosa che mi aspetto di vedere come effetto. In Medicina Spagirica andiamo a scegliere secondo la teoria delle Segnature che è la teoria del simile e non esiste altra cura spagirica, non esiste la cura dei contrari in Spagiria (infiammazione, pianta antiinfiammatoria). Perché se io somministro un fitoterapico o un chemiofarmaco, contrario secondo la legge dei contrari, andando contro la natura del soggetto, in sostanza io mi sto muovendo contro questa Armonia Celeste, ed è questo che per l'alchimista e lo spagirista è l'unico e vero "peccato". Perché non ci si muove più secondo quello che è "l'Armonia Universale". Riprendendo Al Kindi: E questo frequentemente in alcune cose, raramente o rarissimamente in altre e in altre ancora mai, per quanto ne sanno gli uomini. Produce anche realtà simili con moto ora simile, ora dissimile. Ora lento, ora veloce e in altri innumerevoli modi. Si trova che le cose di questo mondo nel loro moto variano, secondo i luoghi e i tempi. Poich&egrvae; procedono da una causa Celeste (guardate quante volte riporta questa "Causa o Armonia Celeste", e stiamo leggendo una paginetta) tutte o parecchie di loro inducono ammirazione nel sapiente che conosce la potenza di questa causa. Se infatti fosse dato a qualcuno di comprendere l'intera condizione dell'Armonia Celeste, costui conoscerebbe pienamente il mondo degli elementi con tutte le realtà conosciute in qualsiasi luogo e tempo, come il causato attraverso la causa. Ma se anche conoscesse una sola cosa di questo mondo in tutta la sua condizione, la condizione dell'Armonia Celeste non gli rimarrebbe nascosta, poiché comprenderebbe la causa attraverso il suo effetto. Infatti ogni cosa agente nel mondo degli elementi per modesta che sia è effetto di tutta l'Armonia Celeste e qualsiasi cosa passata e futura è iscritta in questa stessa Armonia Celeste sebbene in altro modo da ciò che ha esistenza attuale in questo momento. Ne segue che chi avesse nota tutta la condizione dell'Armonia Celeste conoscerebbe le cose passate presenti e future. Viceversa anche la condizione di un solo individuo in questo mondo, pienamente conosciuta, rifletterebbe tutta la condizione dell'Armonia Celeste come attraverso uno specchio poich&aecute; ogni realtà dei questo mondo è un esempio di tale Armonia. Con Al Kindi siamo prima dell'inquisizione religiosa e di quella scientifica. Vi consigliamo dunque la lettura del "De Radiis" di Al Kindi completo. Edizioni: Mimesis - Milano. Detto questo si potrebbe fare un piccolo approfondimento attraverso il libro: "Archetipi" di Elemire Zola. Il libro apre così: "Quando la psiche che percepisce e le cose percepite, soggetto e oggetto, si fondono assorbendosi a vicenda, avviene ciò che si può definire "esperienza metafisica". Cioè quando avviene il confondersi dell'Io con l'essere (forse il S&ecute; di cui abbiamo parlato prima), quando avviene la fusione tra osservatore e osservato, quando non c'è più distinzione tra me e "l'altro da me". Zolla fa una piccola divagazione, però molto utile, in cui sostiene che anche Leopardi, uno dei maggiori poeti italiani, "si tuffa nell'infinito", però non sa porre l'esperienza metafisica al centro della sua esistenza e quindi naufraga ("il naufragar m'è dolce in questo mare"). Non è sufficiente l'esperienza metafisica di per sé per l'approccio immediato (non-mediato) con gli Archetipi, sono necessarie anche varie altre cose. Secondo Zolla l'errore che Leopardi commette è quello di non porre l'esperienza metafisica come rivelazione centrale rispetto le molteplici forme illusorie, non si stacca cioè completamente dalla realtà illusoria per centrarsi con la realtà archetipale. In questo modo non c'è il confondersi dell'io con l'essere, ma il naufragare della coscienza in un mare sconfinato, che è quel mare dove "gli schizofrenici annegano e mistici nuotano", ma è lo stesso identico mare. Gli induisti chiamano questo stato di coscienza unificata "samadi". Ora samadi, come fa notare Zolla, deriva da Samà che significa stesso, identico, medesimo, lo stesso, che a sua volta deriva dalla radice "sm" che vuol dire "unicità". Quindi, di nuovo il confondersi dell'io con l'essere, l'abbattimento della dualità, l'unità, ciò che è identico, medesimo; ed ecco che così la psiche in samadi è unificata. Vedi il punto 2 del capitolo 2a. Quando la psiche è in questo stato può affermare "sono", ma non "sono questo" o quest'altro, non perché abbia subito una perdita, al contrario ha ottenuto un vertiginoso accrescimento. Eppure per multiformi che siano le attività che una mente assorta svolge, esse non la toccano, non la frammentano, perché di tutto si occupa, ma di nulla si preoccupa, ne si immedesima con il risultato delle sue azioni, essendo identificata con se stessa. Capita che di questa sua libertà all'esterno non traspaia niente. Quando si è in stato di samadi, si è immedesimati in se stessi, eppure si ingloba il mondo circostante, si è rientrati nella propria interiorità e allo stesso tempo espansi nella natura, tanto si è consapevoli quanto impersonali. E l'attenzione si fa incurante e acuta. Samadi quindi è quiete e unificazione, il contrario del torpore anche quando ha l'aria di un deliquio. Sarà dunque affinando i sensi e non con il loro ottundimento che giungeremo a trascenderli. Se noi riguardiamo le frasi che abbiamo detto sino ad ora, ci renderemo conto che non sono coerenti nel loro senso logico! Riguardandole con pensiero duale vedremo che o sei attento e acuto o sei incurante, invece l'attenzione si fa incurante ma acuta2. Veniamo adesso al punto importante che sintetizza il pensiero di Zolla nel primo capitolo del suo libro. Riportiamo l'intera citazione perch&ecute; non pensiamo possibile rendere chiaro il concetto in altro modo. Si tenga conto del fatto che non bisogna andare a cercare il significato delle singole parole su di un dizionario ma tentare di afferrare quel significato che le parole fanno insorgere in noi per la relazione reciproca che le lega tra di loro. Zolla è, prima di tutto, un poeta! Se lo leggeremo in tal senso, vedremo che il nostro concetto di "esperienza metafisica" e di "analogia" otterrà un accrescimento, più effettivo che mentale, spostando i nostri limiti di comprensione (nel senso di prendere con se) e di intuizione (nel senso di intuire, andare dentro, espandersi all'esterno verso l'interiore delle cose). Naturalmente la lettura attenta di tutto il libro originale sarebbe l'ideale. "Assorta in se, nella sua essenza impersonale ed infinita: quando questa è turbata e si disperde negli oggetti molteplici si chiama mente, quando è persuasa di una sua intuizione si chiama intelligenza, quando stoltamente si identifica con una persona si chiama io, quando invece di indagare in modo coerente si frammenta in una miriade di pensieri vaganti si chiama coscienza individuale, quando il movimento della coscienza trascurando l'agente si protende verso il frutto dell'azione si chiama fatalità o karma, quando si attiene all'idea "l'ho già visto prima" in rapporto a qualche cosa di visto o non visto, si chiama memoria, quando gli effetti di cose godute o non godute in passato persistono nel campo della coscienza anche se non si vedono si chiama latenza inconscia, quando è consapevole che la molteplicità è illusoria si chiama sapienza, quando in direzione opposta si oblia nelle fantasie si chiama mente impura, quando resta non manifestata nell'essere cosmico si chiama natura, quando crea confusione tra realtà o apparenza si chiama illusione o maya, quando si dissolve nell'infinito si chiama liberazione." Sempre che non sopraggiunga il naufragio. Si è liberi interiormente quando si trascende tutto ciò che entra nel mondo dei nomi e delle forme. La coscienza non si immedesima con le varie persone successivamente interpretate, e come dice Zolla: "sotto la maschera si rimane senza volto, si è un vuoto risonante, una cassa armonica". Questo dà già una prima idea di cosa si intenda per analogia. Quando si dice analogico si fa evidentemente riferimento all'esperienza metafisica che permette di intuire quali siano queste forme-forze che sorreggono la manifestazione dei fenomeni. * * *
Note 1 Già enunciata da Paracelso, Arnoldo da Villanuova, Al Kindi, ecc... 2 Domanda: "il sonno è quiete" Il sonno non è uno stato di quiete, anzi, è proprio allora che si svolgono determinati meccanismi dell'inconscio che spesso sono tutt'altro che quieti. Torna all'indice della prima lezione Vai alla pagina successiva |