"Vi è solo un'eterna
e universale Causa di ogni cosa, che è Dio, e, se dovessimo scrivere
in un vero spirito cristiano, non dovremmo fare alcuna divisione; ma,
per aiutare il nostro finito intendimento, che non è capace di
afferrare il potere dell'Infinito, siamo costretti ad accettare la teoria
di una varietà di cause, sperando così di affinare il nostro
intelletto per la comprensione di cose finite, finchè, per l'Illuminazione
della Divina Sapienza, saremo capaci di guardare con l'occhio della Fede
l'eterna Unità del Tutto.(
)
Abbiamo dunque diviso le cause di tutte le malattie in cinque classi che
sono le seguenti: Ens Astrale, Ens Veneniale, Ens Naturale, Ens Spirituale,
Ens Deale ; ma l'ultimo è la causa fondamentale di tutto ciò
che esiste."
Con queste semplici parole Philippus Theofrastus di Hohenhein, detto Paracelso,
definisce chiaramente l'ambito della nostra indagine, in concordanza con
la Tradizione Alchemica.
La nostra capacità di comprensione della Causa, una e profonda,
della malattia, così come dell'intera realtà, è limitata
ma passibile di approfondimento, di educazione, di crescita: il nostro
atteggiamento deve però basarsi sull'Umiltà e sulla Coscienza
di non essere padroni di una facoltà ma portatori di questa.
L'Arte della Diagnosi e della Cura non appartengono certo al nostro Io.
L'intuizione della giusta via da percorrere non è quindi frutto
di un processo di cerebralizzazione ma di un diverso modo di vedere, di
percepire, di rendersi disponibili ad una risposta che attende solo di
essere ascoltata; questa qualità, direbbero gli Antichi Egizi,
risiede nel Cuore e non nel cervello, è una qualità del
Sole che risplende e non della Luna che riflette.
Le nostre modalità di comprensione richiedono quindi un processo
di frammentazione dei fenomeni (solve) come passaggio necessario ad un
ulteriore sviluppo ricostruttivo della realtà (coagula).
A questo fine Paracelso divide le cause di tutte le malattie in cinque
classi:
" Il mondo è il Macrocosmo e l'uomo è
il Microcosmo, e gli elementi di tutto ciò che esiste nel primo
esistono nel secondo.(
)
Il mondo è circondato da una sfera vaporosa, come un uovo è
circondato dal guscio. Attraverso questo guscio le influenze cosmiche
passano convergendo verso il centro, e in questa occasione possono essere
avvelenate dai miasmi dell'aria e creare malattie epidemiche. Una cattiva
influenza astrale non avvelena l'intero mondo ma solo quei luoghi dove
esistono cause d'infezione. Se nella nostra atmosfera non esistono germi
di malattia, l'influenza astrale che proviene dall'esterno non provocherà
danni. Se nella sfera della nostra anima esistono elementi malefici, essi
attraggono queste influenze astrali così da sviluppare malattie;
ma nessuna cattiva influenza può far sviluppare una malattia se
il germe della malattia non esiste già.(
)
Le influenze astrali sono infatti servitori dell'uomo e non suoi governanti."
Sono le malattie causate da sostanze velenose e da impurità,
' visibili ed invisibili ' .
"L'uomo è più soggetto alle malattie che non gli animali
in stato di libertà, perché questi vivono in armonia con
le leggi della loro natura, mentre l'uomo agisce continuamente contro
le leggi della propria natura, specialmente nel mangiare e nel bere. Finché
il suo corpo è forte, può espellere o superare le dannose
influenze continuamente causate dalla sua intemperanza, dalla sua ghiottoneria
e dai suoi gusti morbosi; ma un tale continuo sforzo di resistenza implica
una seria perdita di vitalità e verrà un tempo in cui una
malattia ne sarà il risultato, perché l'organismo richiede
un periodo di riposo e un rinnovo di forze per espellere gli elementi
velenosi accumulati.(
)
Quando l'organismo è indebolito e la sua vitalità in declino,
possono svilupparsi i germi di altre malattie attraverso dannose influenze
astrali, perché il suo potere di resistenza è fiaccato,
e così una malattia può svilupparsi da un'altra."
Per quanto riguarda le "sostanze velenose invisibili" Paracelso
le individua nella distorsione causata dalla volontà dell'uomo
non più in armonia con le leggi della natura.
Un semplice pensiero, un'idea, un'impressione mentale possono produrre
attività disarmoniche della volontà, e poiché il
termine "Tartarus" esprime ciò che è pervertito,
impuro ed opposto al bene, le malattie di questo genere sono chiamate
da Paracelso "malattie tartariche".
Sono le malattie causate dalla condizione della natura,
ovvero da cause psicologiche.
Il mondo delle forme corporee non è altro che la manifestazione
esterna-materiale del mondo degli archetipi: ogni cosa rappresenta un'idea,
un'intenzione, una funzione.
Uno stato morboso della mente produce un corrispondente comportamento
e quindi uno stato morboso nel corpo.
Gran parte delle malattie trova così origine sul piano morale,
da cause morali.
"La relazione simpatetica esistente tra gli elementi che rappresentano
i pianeti nel Microcosmo e gli elementi rappresentati da essi nel Macrocosmo
può portare a serie conseguenze a meno che non siano contrastate
dal superiore potere della ragione e della volontà".
"Nell'uomo vi sono due principi attivi; l'uno è
il principio della Materia, che costituisce il corpo corporeo visibile;
l'altro è lo Spirito, invisibile ed intangibile, e il principio
spirituale può essere viziato e malato come il corpo, e trasmettere
al corpo le sue malattie.
L'Ens Astrale, Veneni e Naturae agisce sul corpo; ma l'Ens Spirituale
e Deale appartiene allo Spirito; se il corpo soffre, lo spirito non soffre
necessariamente; ma se lo Spirito soffre, soffre anche il corpo; il corpo
non può vivere senza lo spirito, ma lo spirito non è limitato
dal corpo. Nell'uomo, lo spirito sostiene il corpo come l'aria gli fornisce
la vita; è sostanziale, visibile, tangibile e percettibile per
altre entità spirituali, e gli esseri spirituali stanno reciprocamente
nella stessa relazione in cui un essere corporeo sta con un altro.
Io ho uno spirito e voi pure l'avete e i nostri spiriti comunicano tra
loro come i nostri corpi; ma mentre noi abbiamo bisogno del linguaggio
per intenderci gli uni con gli altri, gli spiriti si intendono tra loro
senza usare parole. Se uno spirito è adirato con un altro, può
danneggiarlo, e il danno ricevuto può essere trasmesso al corpo
dell'altro. Gli spiriti possono armonizzare e associarsi tra loro, o possono
respingersi e danneggiarsi reciprocamente. Gli spiriti non sono nati dall'intelletto
ma dalla volontà. Chi vive secondo la volontà vive nello
spirito; chi vive secondo la mente vive in disarmonia con lo spirito.
La mente non produce lo spirito ma determina le qualità dell'anima.(
)
L'Ens Spirituale è un potere che può agire sull'intero corpo
e produrre o curare ogni genere di mali; non è un angelo né
un demonio, ma è un potere spirituale che, nel corpo vivente, nasce
dai nostri pensieri".
Sono le malattie che hanno origine da cause divine o karmiche.
"Ogni malattia è un Purgatorio, e nessun medico può
conoscere con esattezza quando e come finirà; il medico è
solo un servo di Dio, che opera per compiere la Sua volontà.
Se è nella predestinazione del paziente, che debba restare nel
suo Purgatorio, il medico non lo aiuterà ad uscirne; ma se è
venuto il tempo della sua redenzione, il paziente troverà il medico
attraverso cui la volontà di Dio gli manderà la guarigione.
Il medico può curare il malato usando rimedi; ma è Dio che
fa il medico e i rimedi: Dio non compie miracoli senza l'uomo; Egli agisce
attraverso la strumentalità dell'uomo, e risana il malato attraverso
la strumentalità del medico; di conseguenza il medico deve possedere
la fede così da essere uno strumento perfetto mediante il quale
la volontà di Dio può essere compiuta."
Con altrettanta chiarezza Paracelso ci invita comunque a dedicare cure
ed attenzione a chi è colpito da malattie di questo genere: la
provenienza di uno stato morboso e quindi di una condizione di dolore
non implica affatto un atteggiamento rassegnato o, ancor peggio, colpevolizzante
ma ,al contrario, il massimo di partecipazione, di conoscenza dell'altro
e del proprio esistere.
"Nessuna conoscenza è perfetta se non comprende la comprensione
delle origini, ossia l'inizio, e, poiché tutte le malattie dell'uomo
hanno origine nella sua costituzione, è necessario che la sua costituzione
sia conosciuta, se vogliamo conoscere le sue malattie".
Dobbiamo considerare che agli alchimisti non importa molto
in realtà di fare rimedi potenti per curare le persone.
L'alchimia si è occupata di questo fenomeno (il raggiungimento
dell'equilibrio energetico e psicosomatico) perché il raggiungimento
di questo stato di equilibrio (mens sana in corpore sano) è indispensabile
per iniziare un determinato percorso. Questo stato di sommo equilibrio
casualmente coincide con il miglior stato fisiologico psicosomatico che
il soggetto può raggiungere e quindi può essere sfruttato
per indurre questo stato di salute. Non sono invece dell'opinione che
correntemente sento secondo la quale l'alchimista avrebbe inventato il
metodo per curare la gente "perché acceso d'Amore per l'Umanità".In
questo tipo di metodica, al di là della sintomatologia a noi sempre
interessa capire quale è l'archetipo o archetipi carenti nel soggetto
e trovare il modo di rinforzarli fino a riportare a quell'equilibrio di
cui sopra.
Poi sarà la persona a decidere se vuole guarire o no, però
noi l'abbiamo curata. Noi ovviamente non possiamo guarire, possiamo curare,
poi se qualcuno decide di guarire è Sé stesso che dovrebbe
ringraziare. Tante volte qualche terapeuta mi chiama e mi dice: "mi
hai guarito quel paziente con i tuoi consigli". Io rispondo: bontà
sua, io non ho guarito nessuno. Se il paziente e il terapeuta coincidono
in quel caso dico: "Tu ti sei guarito prendendo quel rimedio, potevi
guarire anche in un altro modo potevi anche non guarire prendendolo, io
ti ho dato un'occasione: cioè mi sono preso cura di te, ti ho curato.
Basta così; non mi sono preso il tuo Karma addosso, il tuo Destino,
sei tu l'artefice del tuo destino e se guarisci, sei tu che guarisci,
non sono io.
Gli alchimisti però hanno anche sempre detto che
non è che si può veder guarire sempre tutti. Se voi leggete
Raimondo Lullo, il "Trattato della Quintessenza" troverete un
passo che dice:
"Userai la medicina sopradetta, e sanerai tutti
gli indemoniati, apoplettici e malinconici: ma specialmente se vi aggiungerai
l'erba ipericon, altrimenti chiamata caccia Demoni, ovvero erba perforata.
Il suo profumo manda via i Demoni da ogni corpo e da ogni casa."
"Ma poiché la terzana non propria è prodotta
anche da flegma, aggiungerai turbito, siena e polipodio, sempre che trattasi
di infermità naturale, e non mandata da Dio."
Se il male non è "naturale", non se ne
parla nemmeno di risultati, la prognosi è riservata, non c'è
niente da dire, questo lo dice il Lullo e anche il nostro buon Paracelso.
Paracelso ci parla anche delle 5 cause di malattia nei termini visti poco
prima. Paracelso in realtà inizia dicendo che "una e una sola
è la causa di tutte le malattie
" e ricomincia dicendo
che le cause di malattia dell'uomo sono 5.
Cause
|
Ens
|
Elemento
|
.
|
Prima causa
|
Ens Venenale
|
Terra
|
Punti deboli fisici Costituzione energetica
|
Seconda causa
|
Ens Astrale
|
Acqua
|
Punti deboli celesti Costituzione astrale
|
Terza causa
|
Ens Naturale
|
Aria
|
Istruzione / Moralità
|
Quarta causa
|
Ens Spirituale
|
Fuoco
|
Fede /Volontà
|
Quinta causa
|
Ens Deale
|
Quintessenza
|
Giustizia Divina
|
Ripristinare l'equilibrio energetico è lo strumento per scacciare
il demone. Il demone non è però necessariamente qualcosa
di esterno. Il demone può prodursi (oltre che per l'intrusione
di corpi estranei) anche per continue offese al "tempio di Dio",
per cause di origine mentale, emotivo-sentimentale, morale, astrale o
addirittura per cause Divine.
È solo di fronte alle malattie di origine divina che l'alchimista
piega il capo.
Per queste cause non vi è altro rimedio che
aspettare pazientemente finchè la forza malefica si è esaurita
e la legge di Giustizia sia stata soddisfatta.
La prima causa da considerare è quella che Paracelso
chiama Ens Venenale. Essa è causata
dalle impurità. Vi sono impurità che entrano nel nostro
corpo sotto forma di cibo solido e che non seguono
il naturale processo di estromissione dal sistema che seguono le
parti non utilizzabili dal processo individuale. Lo stesso può
avvenire anche per i cibi liquidi, per ciò che è inalato
con l'aria che respiriamo, ciò che è assorbito dalla pelle.
Fino a qui potremmo parlare di tossine e di drenaggio ma "De Ente
Veneni" può avere aspetto di emozione o di forma pensiero.
Talvolta è un meccanismo di pensiero o di reazione neuro-emozionale
a produrre o a impedire che determinate tossine (di ordine biochimico
o biofisico) seguano il naturale processo di estromissione dal sistema.
Questo tipo di causa ha a che fare con l'elemento Terra che è il
più pesante e solido.
La seconda causa riguarda l' Ens Astrale.
Esso proviene dalla debolezza strutturale nella
configurazione del "cielo interiore". È quello
che si diceva poco fa riguardo l'esempio del raggio luminoso: al momento
della nascita il primo respiro stabilisce il momento di un nuovo e diverso
contatto di quel Mercurio con il pianeta. In quell'istante si forma il
Solfo e il respiro non abbandonerà mai il corpo fino alla morte.
Il momento del primo respiro è il momento in cui si forma una certa
impressione nel corpo Lunare. Tale impressione può essere indagata
attraverso una anamnesi astrologica genetliaca.
Le carenze che si vedranno nel tema natale indicheranno i punti deboli
dell'individuo e quali influenze negative possono colpirlo dal cielo esteriore.
se noi conosciamo l'influenza delle stelle,
le congiunzioni dei pianeti e le qualità delle nostre droghe, sapremo
quale rimedio dare per attrarre queste influenze in modo che possano agire
beneficamente sul paziente. (Paracelso)
Il piano astrale ha una relazione strettissima con l'elemento acqua (il
gran mare dell'astrale) e Paracelso nel Paramirum scrive: se
l'acqua di un lago gela fino al fondo, i pesci moriranno, e moriranno
anche se l'acqua diviene troppo calda; e se nell'acqua esistono certi
elementi malefici che attraggono certe corrispondenti influenze planetarie
malefiche, una gran quantità di pesci morirà e nessuno ne
saprà la causa.
La terza causa riguarda l' Ens Naturale.
Essa proviene da problemi di ordine morale e riguarda lo stato
mentale. In questi casi di ordine psicologico non è sufficiente
per Paracelso somministrare i (sia pur necessari) rimedi che risveglino
quegli stati mentali che si vogliono indurre, bisogna anche dare al paziente
"istruzioni" per migliorare lo stato della sua moralità.
Questa causa è correlata con l'elemento aria che corrisponde alla
sfera del pensare.
La quarta causa riguarda l' Ens Spirituale,
che corrisponde con la Volontà.
In effetti è correlato con l'elemento fuoco ed è legato
con passioni, cattivi desideri, pensieri disordinati e immaginazione morbosa,
ovvero il problema dell'attaccamento. Tutti noi siamo attaccati ai nostri
modelli di soddisfazione e la mente trova sempre buone motivazioni per
realizzare strade che conducano a quei modelli.
Per Paracelso gli stati psicologici provocano cambiamenti fisiologici:
la vergogna produce rossore, la paura pallore. Lo
spavento causa diarrea, la malinconia le ostruzioni, l'ira o l'invidia
fanno sorgere l'itterizia. La gaiezza può curare il dolore può
uccidere. Ma anche: una immaginazione malefica può influire sulla
mente di un'altra, avvelenare la sua vitalità e danneggiare o uccidere.
La quarta e quinta causa appartengono ad un ordine differente: la presente
causa è curata dalla "Fede" e dallo sviluppo della "Volontà".
La quinta causa viene definita Ens
Deale ed è correlata con la quintessenza.
Per questa causa non vi è che aspettare pazientemente finché
la legge di Giustizia sia stata fatta. Tutto quello che si può
dare è un fraterno sostegno per affrontare la situazione.
Vi sono casi in cui i malati passano diverse cure prima
di trovare la guarigione. Vi sono casi in cui non la trovano e casi in
cui la trovano subito. Tali questioni non sono certo riducibili ad un
matematico controllo e non credendo nel caso l'alchimista si appoggia
al concetto di fato o di sincronicità.
Ciò non toglie la necessità di essere coerenti in un trattamento
terapeutico che non può certo guarire ma sicuramente costituisce
una cura.
Prima di prendersi cura di qualcuno sarà comunque il caso di prendersi
cura di sé stessi.
Questi sono gli enti che possono indurre malattia. Ognuno
di questi è legato ad un elemento, ma non da pensare secondo la
teoria costituzionale umorale. L'elemento qui va visto come un ispessimento
o alleggerimento della materia.
Paracelso dice che la prima causa
di malattia è l'ente velenoso. Il
veleno è qualche cosa che riesce ad entrare nel sistema, non è
metabolizzato dal sistema ma non è nemmeno riconosciuto come corpo
estraneo ed estromesso: quindi permane nel sistema pur non diventandolo.
Quando una cosa entra, arriva da fuori, entra in un sistema non è
metabolizzata cioè non diventa il sistema stesso e non è
nemmeno riconosciuta come corpo estraneo ed espulsa dal sistema, siamo
in presenza di un ente velenoso. A noi la prima cosa che ci viene in mente
sono le tossine, il drenaggio, ma non è solo sul piano materiale,
Paracelso è molto chiaro su questo. Un veleno può essere
anche un fatto psicologico, una frase, un'emozione, un sentimento ecc.
Cosa bisogna fare in presenza di questa situazione? Pulire. Aiutare il
sistema ad eliminare ciò che non è lui oppure aumentare
il "fuoco" in modo che queste cose possano essere metabolizzate.
Magari procedere in tutti e due i sensi con una pulizia e contemporaneamente
rinforzando il sistema, la capacità di digerire le cose, le situazioni,
quello che c'è in quel momento da digerire. I veleni possono essere
sia esogeni che endogeni.
La seconda causa di malattia
che abbiamo visto è l' Ens Astrale.
Naturalmente non dovete pensare ai pianeti che sono in cielo ma all'insieme
delle forze che sono dentro di noi, infatti Paracelso più che di
pianeti parla di "spiriti planetari". La costituzione del sistema
astrale è data da un preciso momento della nostra esistenza. O
meglio, è data da due precisi momenti. Ci si immagina che in una
condizione del tutto particolare (che adesso non posso trattare) uno spirito
(Mercurio filosofico) riesce a prendere possesso di un sistema salino
(Sale filosofico) grazie ad un "buco" particolare tra i due
mondi. Poi, lentamente, questo spazio viene elaborato da quel mercurio
che lo adegua al fine della "venuta alla luce del sole". Nell'atto
della concezione vi è soltanto uno spirito che prende possesso
di un luogo. Questo spirito non ha un animo, non ha una sua anima, questo
spirito non ha una sua aria, tutto ciò che gli arriva dal mondo,
arriva mediato da un altro essere vivente che è la madre. Non ha
nessun contatto diretto con il pianeta, non è nel pianeta e non
gli appartiene. Se dovesse venire alla luce prematuramente morrebbe.
Nel momento in cui questo sistema è pronto, questo spirito fa in
modo che questo sale esca alla luce, e quando il sale esce alla luce,
in quel primo preciso momento avviene che l'individuo prende il primo
respiro. Per la prima volta scambia con l'aria collettiva del pianeta
ed è un momento anche piuttosto drammatico, piuttosto difficile
e il trauma è proprio l'ingresso dell'animo, del misto. Da quel
momento non lascerà mai più il respiro, da quel momento
in poi respirerà fino a quando spirerà. E di nuovo si scioglieranno
i contatti tra questi tre principi. Nel momento in cui si forma, si forma
in un certo luogo e in un certo momento preciso e in quel preciso momento
e in quel preciso luogo vi sarà un certo "campo". Vi
saranno degli archetipi, del campo che sarà plasmato da queste
forze sottili. E allora questo animo si formerà in quel campo e
ne avrà tutte le caratteristiche. Ora, pur sapendo che gli archetipi
di quel campo non sono i pianeti che sono lassù, noi però
sappiamo che quei pianeti che sono lassù sono un'espressione seconda
delle forze. E attraverso la lettura dei loro moti noi possiamo conoscere
quali sono i reali moti degli archetipi che non possiamo vedere. Quindi
l'astrologia è la chiave per accedere ad un'interpretazione di
come si stanno muovendo in quel momento gli archetipi.
Ora, qualsiasi sia però la causa, su qualsiasi piano, terra, aria,
acqua, fuoco, se questo soggetto è debole in un certo raggio, è
affine a prendersi certi tipi di intossicazione, dipenderà dal
fatto che sul piano astrale avrà qualche cosa debole e le intossicazioni
che sarà portato a prendere saranno relative alle forze che gli
mancano, ai punti in cui è carente. Sul piano mentale è
lo stesso, sul piano emozionale è lo stesso, non cambia, l'archetipo
resta quello.
Certo è diverso un paziente che arriva dal terapeuta con l'epatite
e uno che non ha il coraggio di prendere l'ascensore. Eppure l'archetipo
probabilmente è lo stesso. Come diciamo sempre tutte le foglie
di eucalipto hanno la stessa portata di archetipi, portano tutti lo stesso
archetipo, ma non ci sono due foglie che siano uguali, non ci sono due
foglie che contengono la stessa quantità di principi attivi, ma
neanche di forma: se le sovrapponete tutte, milioni e milioni di foglie,
non ne troverete due uguali! Perché non esistono. In questi casi
cosa si deve fare? Osservare qual è la costituzione archetipale,
rinforzare quello che vi è di debole (sia fisicamente che psichicamente)
in modo da ottenere un certo equilibrio.
La terza causa ha a che
fare con l'elemento aria. L'elemento aria
è in analogia con il pensiero. In questo caso abbiamo a che fare
con l'istruzione e siccome il problema è un problema di moralità,
allora non basta, dice Paracelso, dare quei rimedi in quei dosaggi che
inducano quegli stati psichici che noi vogliamo ottenere nei pazienti.
Quindi vedete che parla di fisiologico, non stati che contrastino ma che
inducano quegli stati psicologici che noi vogliamo ottenere nel paziente
(ricorda Edward Bach ma nel 1500). Non basta, bisogna anche istruirlo,
cioè bisogna insegnargli a pensare in un altro modo perché
quella maniera che usa non è adattiva e lo riporterà di
nuovo nello stesso problema. Quindi io devo proprio, senz'altro dargli
dei rimedi che lo aiutino a restare in un certo stato psicologico, ma
anche indurre determinati movimenti di cambiamento nella struttura del
pensare.
La quarta causa ha a che
fare con il fuoco, ovvero con il concetto
di fede e di volontà. Quello che è scarso non è più
la moralità ma la volontà, e per rinforzare la volontà
io devo rinforzare la fede, non la fede cattolica, la fides dei latini.
Questi tre, solfo, mercurio e sale, sono tre termini che l'Abate Cumon,
grande traduttore degli scritti ermetici, ha tradotto per fede, speranza
e carità. Ma la fides non è la fiducia cieca, la fides è
la conoscenza diretta delle cose. Quando si diceva: quell'uomo è
saggio, è una brava persona, però non ha fede. Cosa voleva
dire? Voleva dire che non ha la conoscenza diretta degli archetipi, gli
manca la fides. La fede è la conoscenza, l'esperire. La speranza
non è "speriamo che vada bene così"! La speranza
è la capacità di orientare tutto se stesso verso uno scopo.
Non "si, speriamo che me la cavo!!". Ma orientare tutto me stesso
verso uno scopo, che è una cosa classica, ad esempio dello yoga,
la capacità di orientare la mente e mantenerla orientata in una
direzione precisa, per esempio. E da ultima abbiamo la carità.
La carità è quella che considera l'altro ma considera anche
me. San Martino, quando trova il poveretto infreddolito, prende la spada
e taglia il mantello in due, gliene dà metà, non lo dà
tutto. È la capacità di condividere, ma anche di considerare
se stessi.
L'ultima causa è
in analogia con la quintessenza, che è
la causa davanti alla quale anche Paracelso si ferma. Qui dice "nulla
si può fare", solo attendere che la giustizia divina sia stata
fatta, nient'altro. Stiamo solo ad aspettare che si sia sfogato, certamente
questo non vuol dire che noi non cureremo quella persona, vuol dire che
non sarà così facile che guarisca, che per quella persona
guarire non sarà così semplice, nonostante riceverà
le stesse cure di un altro che, nelle stesse condizioni, guarisce. Che
dire? Mi prenderò cura di ogni individuo che me ne fa richiesta,
senza la presunzione di toglierli la malattia, di guarirlo, neanche se
la causa è la prima.
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