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Domande al docente
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2d l'archetipo è la segnatura
Il termine "Chakra" è un termine che arriva dall'oriente
e viene utilizzato per definire determinati centri di energia, movimenti
di energia circolari: abbiamo già chiarito che essi non sono direttamente
relazionabili ai Pianeti o Metalli Alchemici.
In Alchimia si sono sempre utilizzati i 7 pianeti. Gli
antichi utilizzavano questi 7 perché essi rappresentavano alcuni
centri energetici umani che, diversamente
dai chakra, corrispondono ciascuno ad una ghiandola endocrina.
Si può meditare sul fatto che i pianeti suggeriscono
sia il concetto di movimento che il concetto di rotazione e che
nella loro complessità di movimento oltre alla rotazione e rivoluzione
hanno una serie di micro-movimenti (si fa per dire data la grandezza dell'oggetto
osservato), loro propri. Per esempio Venere ha un movimento di rotazione
retrogrado per cui il Sole sorge ad ovest e tramonta ad est e questa è
una corrispondenza ben precisa con l'archetipo Venere.
Chakra è termine che arriva dall'oriente e viene utilizzato dalla
tradizione Veda molto diversamente da ciò, per esempio leggiamo
cosa dice un grande maestro Yoga a riguardo, poi approfondiremo quando
faremo la lezione sulla medicina energetica. (vedi Articoli da "Viniyoga
n° 21 gennaio marzo 1999 Roma"). In Alchimia1,
scienza delle correlazioni analogiche per eccellenza, l'anatomia e la
fisiologia occulta sono delle realtà.
Non dobbiamo rivolgerci per forza all'oriente, esiste una terminologia
alchemica spagirica per tutte queste realtà. Non esistono che diverse
mappe nelle diverse tradizioni ma vedremo più avanti come le mappe
dei vari sistemi filosofici si possano relazionare solo a patto che si
approfondiscano seriamente i significati di ogni sistema che già
al suo interno è talvolta contraddittorio. La segnatura indica
la "forza sottile" o Archetipo, o come dir si voglia, che è
occultato dal fenomeno e ne rivela la natura attraverso un linguaggio
simbolico.
Il problema principale nell'utilizzo del linguaggio alchemico è
che se viene detta la parola "Marte" la mente dell'ascoltatore
la lega subito al pianeta molto più raramente
allo spirito planetario, cioè a quella forza archetipale
che è espressa anche nel pianeta, ma è anche mille altre
cose. Questa è la teoria appunto delle segnature.
Gli archetipi vengono suddivisi per meta-tipi che raramente
si incarnano puri, sono generalmente mischiati e hanno un'azione talora
sinergica, talora contrastante.
Lo studio delle tipologie si basa su due fattori quello somatico e quello
psichico. Infatti noi abbiamo le tipologie omeopatiche e le tipologie
psicologiche.
I tipi psicologici che Jung ha classificato (e poi molti altri autori
hanno fatto le loro suddivisioni, per esempio quelli di Luscher), i tipi
omeopatici che ha classificato il Vannier ma che erano e sono presi in
considerazione da molti altri autori e dall'omeopatia costituzionale,
quelli di Ippocrate, ecc., non sono che esempi di tentativi per rintracciare
questi archetipi classificandoli.
Il pericolo maggiore sta nel basarsi come al solito sui segni esteriori
per tale classificazione che in realtà è solo analogica.
In matematica per esempio le "funzioni" sono analoghe agli archetipi
in quanto una stessa funzione soddisfa più fenomeni completamente
diversi tra loro.
L'alchimia ha un suo codice simbolico per gli archetipi
di cui il simbolismo astrologico è una parte. La nostra opinione
è che fare astrologia senza conoscere le segnature è un
po' inutile come fare alchimia senza conoscere l'astrologia.
Grillot de Givry scrive:
"Molti alchimisti della nostra epoca falliscono nella loro Opera
poiché non prendono in debita considerazione il Mercurio Celeste
che varia secondo le influenze e gli aspetti astronomici e astrologici."
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Note
1 Una delle pratiche dell'Alchimia è dare la segnatura alle
piante guardando il colore dei Sali solubili (è necessaria una grande esperienza
per identificare il gioco degli elementi chimici sotto forma di sali solubili dal colore).
Si prende il calcinato; lo si liscivia, (come fare questo lo spiega Vernacchia
nella lezione del primo anno di "Pratica di Laboratorio") e si estraggono i Sali solubili.
Se mettiamo i sali solubili delle varie piante,
in provette di vetro, vedremo che non sono bianchi, ma ognuno ha una sua
sfumatura di colore. Bisognerebbe per ogni pianta estrarre i suoi sali e vedere bene.
Purtroppo basandosi sul colore delle ceneri solubili, risulta una cosa abbastanza intuitiva.
Si può dunque approfondire con un "esame alla fiamma" che di solito aiuta nell'individuazione.
E' possibile anche analizzare questi sali con i sistemi più moderni,
vedere quali sono le componenti metalliche prevalenti e da questo dedurre una segnatura per quanto riguarda la funzione.
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